Intervista con Farmacia Borgolombardo

La figura del farmacista riveste da sempre un ruolo fondamentale nel preservare la salute delle persone attraverso la promozione e l’informazione sull’utilizzo appropriato dei farmaci. In questa breve serie di riflessioni sul mondo della farmacia, cercheremo di affrontare alcuni dei temi cruciali in questo ambito, coinvolgendo i professionisti del settore e i loro punti di vista. 

Il Dottor Viviani Lino, titolare della Farmacia Borgolombardo, condividerà con noi la sua preziosa  esperienza nel campo della prevenzione in farmacia. 

La Farmacia come centro focale della Prevenzione

Il mercato di oggi è sempre più interessato a temi che riguardano la prevenzione primaria, cosa ritiene  che sia cambiato nel cliente e nella società stessa?  

Si è sviluppata una crescente consapevolezza del valore della salute non solo come assenza di malattia, ma  come elemento fondamentale per il benessere psicologico e fisico, quindi come elemento fondamentale per la  propria felicità. Questo cambiamento di prospettiva è stato influenzato dalla maggiore accessibilità alla  comunicazione, amplificata durante la pandemia di COVID-19, la quale ha portato ad una maggiore  consapevolezza sul fatto che la salute fisica e mentale vada incrementata sin dall’inizio.

Ritengo che questa attenzione crescente alla prevenzione sia parte di un ciclo storico, come il ciclo storico che  riguarda il Rinascimento, in cui la società rivaluta gradualmente il ruolo centrale dell’individuo. Le persone  stanno cercando modi per trovare felicità e benessere, riconoscendo che la salute, sia fisica che mentale, è una  componente essenziale. Fortunatamente, la comunità medica, inclusi noi farmacisti, sta comprendendo  l’importanza di agire preventivamente piuttosto che cercare di fare il possibile per curare in seguito. 

Si sta formando un quadro in cui la prevenzione e la sostenibilità economica collaborano, soprattutto perché  stiamo iniziando a valorizzare la persona umana oltre al semplice paziente. Quest’ultimo non è più considerato  solo come un paziente, ma come un individuo che richiede cure e attenzioni 24h su 24 e a 360 gradi per evitare  discontinuità nel benessere e nella salute. 

Spesso si associa il concetto di “stare bene e in salute” esclusivamente al benessere fisico, trascurando  l’importanza cruciale del benessere mentale nel mantenimento della propria qualità di vita. Aspetti  fondamentali come la qualità del sonno e la gestione dello stress sono altrettanto significativi.  Secondo lei, quali sono le principali misure preventive che si possono adottare per promuovere la salute  mentale a lungo termine? 

Inizio dalla prospettiva delle attività di ciascun professionista, concentrandomi sul ruolo del farmacista.  Quest’ultimo possiede tutte le competenze necessarie per offrire al paziente un supporto continuo, garantendo  una consulenza a tempo pieno e a 360 gradi, come le dicevo prima. Quando un paziente si trova in un ambiente  farmaceutico accogliente e si sente a proprio agio, si apre a conversazioni più personali con il farmacista,  superando la barriera del camice bianco e instaurando una connessione quasi amichevole. 

Da qui, emerge l’importanza per il farmacista di creare un ambiente empatico, come accennato in precedenza.  Nella mia esperienza personale, ho constatato che, se il farmacista gestisce adeguatamente gli aspetti  psicologici, molti problemi possono essere risolti. Mi viene in mente un esempio significativo: una signora di  80 anni che ha risolto un problema intestinale utilizzando solo acqua e zucchero, come se fosse un efficace  rimedio farmaceutico. 

Rispetto a disturbi come insonnia e ansia, invece di limitarci ai farmaci, sia naturali che tradizionali, possiamo  affrontare le cause sottostanti di questi problemi. Ogni persona ha cause specifiche per i propri disturbi, e  identificare tali cause personali può essere il punto di partenza per la risoluzione dei problemi. Nel mio  approccio, dopo il primo colloquio con il paziente (anche se è errata la parola “paziente”, dovrebbero essere  chiamati “clienti”), scrivo una lettera in cui condivido informazioni per instaurare fiducia e consolidare il  rapporto. 

A livello più ampio, ritengo che sarebbe benefico sostituire alcune trasmissioni che si concentrano sui gossip  e su temi ricchi di negatività, con contenuti che esplorino le motivazioni vere della vita. Troppo spesso, i media  trasmettono notizie negative, contribuendo a un’atmosfera cupa e influenzando negativamente la psiche delle persone. Se riuscissimo a introdurre più informazioni positive, anche in un contesto giornalistico, sono  convinto che potremmo contribuire a generare un impatto positivo sulla mentalità della società. 

In conclusione, la mia visione si basa sulla convinzione che, se riuscissimo a esaltare, su 99 notizie negative, la notizia positiva, la percezione collettiva della vita potrebbe migliorare significativamente. 

Le nuove risorse digitali hanno portato ad un maggiore accesso alle informazioni e quindi ad una nuova  consapevolezza. Secondo le statistiche, gli italiani svolgono per lo più ricerche online che riguardano la  salute, il benessere e la prevenzione, decidendo quindi di affidarsi molto spesso ai motori di ricerca per  comprendere i propri sintomi.  

Vorrei chiederle, quali strategie o approcci potrebbero essere adottati per sensibilizzare i giovani sull’importanza e il valore della consulenza offerta dal farmacista? 

Vorrei partire da un esempio concreto. Recentemente, un giovane si è presentato nella farmacia esprimendo il  desiderio di avere una conversazione personale. Per questi casi, ho istituito un ambiente confidenziale, dove ho rivolto al paziente una serie di domande standard. Queste domande, spesso di routine, fungono da strumento  per dimostrare al paziente il nostro interesse da farmacisti e la nostra attenzione nei suoi confronti, creando  così un ambiente in cui possiamo comprendere appieno le sue preoccupazioni. 

Dopo un attento ascolto e una valutazione, ho prescritto una terapia appropriata e ho invitato il paziente a  ritornare per un aggiornamento dopo una settimana. L’esempio che ho presentato serve a sottolineare il valore  di far percepire al paziente che è atteso e benvenuto in farmacia. Questa sensazione di attesa è un elemento  chiave che trasforma il paziente da un numero a una persona, rispondendo così alla crescente necessità delle  persone di sentirsi valorizzate e aspettate. 

Nel contesto del nostro lavoro, è fondamentale non perdere alcuna opportunità per dimostrare al paziente che  stiamo lavorando attivamente per risolvere le sue preoccupazioni, dove è possibile. Questo approccio crea un  legame di fiducia che incoraggia il paziente a tornare in caso di necessità, contribuendo a consolidare la nostra  relazione professionale. Va sottolineato che, senza demonizzare Internet, dobbiamo considerare il passaparola  come una risorsa preziosa. Spesso, i pazienti condividono informazioni trovate online e si rivolgono a noi  farmacisti per chiedere consigli. Pertanto, anziché entrare in competizione con Internet, possiamo integrare la  nostra professionalità offrendo un approccio personalizzato e un servizio che risponde alle esigenze del  paziente. 

Questo approccio combinato, che unisce professionalità, umanizzazione della relazione e facilità di accesso  alle informazioni che il cliente trova su Internet, si tradurrà probabilmente in un miglioramento significativo  nel coinvolgimento e nell’efficacia della terapia medica fornita. 

Visti tutti questi cambiamenti, se dovesse parlare a chi sta intraprendendo la carriera da titolare in questo settore, cosa gli consiglierebbe?  

Innanzitutto, consiglio di intraprendere la carriera farmaceutica con un approccio che vada oltre la mera  prospettiva di guadagno immediato. Indipendentemente dalle aspettative finanziarie iniziali, è fondamentale  concentrarsi sulla qualità del servizio offerto, poiché il successo economico è un risultato naturale di un lavoro  ben svolto. Pertanto, se l’intento principale è esclusivamente il guadagno, soprattutto in questo periodo di crisi,  bisogna riconsiderare la scelta di intraprendere la carriera farmaceutica. 

Un elemento cruciale per il successo nella professione farmaceutica è il fatto di sviluppare dei rapporti autentici  con i pazienti, trasformandoli non solo in clienti, ma soprattutto in amici. Questa amicizia può variare  d’intensità a seconda della persona, ma l’obiettivo è che il paziente non ti percepisca come un semplice  venditore, bensì come una persona pronta ad ascoltarlo e ad offrirle supporto. Organizzare il proprio lavoro  con questa prospettiva non solo genera soddisfazione personale, ma può anche portare a risultati di benessere  psicologico perché non esiste, a parer mio, una giornata di lavoro migliore di quando un cliente entra e dice  “dottore sono felice di vederla”. Le dico che mi è capitato di vedere una signora che non poteva permettersi di  pagare tutti i medicinali che le occorrevano, così appena capii la situazione le dissi di non preoccuparsi e subito  dopo arrivò un’altra cliente che si offrì di pagare al posto suo. I piccoli esempi di vita, presi singolarmente non  sembrano importanti ma se li pratichi quotidianamente sono essenziali nel nostro lavoro. Ritengo infine  importante comprendere le esigenze dei propri clienti e modulare la scelta del farmaco in base alle possibilità economiche del singolo, perché avere meno non significa offrire un minor servizio o una minore qualità di vita. 

Conosciamo la Farmacia Borgolombardo  

La Farmacia Borgolombardo, nata nel 1992, si trova oggi a San Giuliano Milanese in via Labriola 18 e  si contraddistingue come una comunità attiva, attenta al valore dell’empatia e determinata a porre al  centro del proprio lavoro quotidiano i bisogni psicofisici dei clienti. Abbiamo chiesto al dottor Viviani di  raccontarci la sua storia e di presentarci la sua farmacia, ricca di passione e peculiarità.  

La mia storia ha radici profonde nella vita di campagna, dove ho trascorso i primi anni occupandomi della  vendita di latte, uova e, occasionalmente, carne suina proveniente dai nostri macelli. Fin da giovane, ero  coinvolto attivamente nella gestione del pascolo per le mucche, addirittura a partire dall’età di 5 anni. Ricordo  chiaramente che, per liberare le mucche, dovevo posizionare una sedia, entrare nella mangiatoia, allacciare il  bovino e poi condurlo fuori. 

I primi 10 anni della mia vita sono stati caratterizzati da questa routine, ma successivamente ho ripreso gli  studi, nonostante le limitate risorse finanziarie. Lavorando e studiando contemporaneamente, sono riuscito a  completare il mio percorso accademico e mi sono laureato. Nonostante le difficoltà economiche, ho fissato  l’obiettivo di acquistare una farmacia entro una certa età, poiché desideravo avere il controllo totale sulla mia  attività senza dover rispondere a un datore di lavoro. 

All’età di 40 anni, ho realizzato questo sogno, acquistando nel 1992 la Farmacia Borgolombardo. Questa è  stata una delle tappe più significative della mia vita, poiché ho costruito con determinazione la mia farmacia,  passo dopo passo, la quale nel corso degli anni, ho ristrutturato e modernizzato per rimanere aggiornato sulle  ultime tendenze. 

La farmacia, che definisco “Farmacia Attiva”, ha assunto un ruolo centrale nella comunità. Offriamo un  ambiente accogliente, invitando i clienti a condividere un caffè al mattino e organizzando eventi speciali il  sabato, come colazioni con dolci. Questo approccio ci ha permesso di creare un legame con la comunità, in cui  i clienti non sono solo numeri, ma membri di una grande famiglia. 

Inoltre, abbiamo creato uno spazio dedicato in farmacia, che io chiamo “infermeria” ma che i miei colleghi  definiscono “il confessionale”. Qui, i pazienti possono parlare dei loro problemi, sia dal punto di vista  psicologico che medico, offrendo un servizio che va al di là della semplice erogazione di farmaci. Queste  iniziative ci consentono di stabilire relazioni autentiche con i nostri pazienti, creando un ambiente in cui tutti  possano sentirsi accolti e ascoltati. 

La farmacia diventa così un luogo dove la gente si rivolge per risolvere i propri problemi, creando una sorta di  famiglia all’interno della comunità di circa 4.000 abitanti. Ogni anno scegliamo un motto, ad esempio il 2023  era caratterizzato dalla frase “Tutti i giorni ricordati di fare felice qualcuno”, che riflette il nostro impegno a  contribuire positivamente alla vita delle persone. 

Il nostro obiettivo per il prossimo anno è quello di promuovere la “Farmacia come comunità attiva”,  concentrandoci su un lavoro di empatia che renderà il 2024 ancora più gratificante del 2023. In merito a questo,  insegno a mio figlio e ai miei collaboratori l’importanza di prendere in consegna il paziente dal momento in  cui varca la porta, in modo da assicurarci che si senta visto e accolto. Quando arriva un’altra persona, è  importante iniziare a capire cosa potrebbe desiderare e come mettersi in contatto una volta che arriverà al  bancone, perciò che tono usare, quale ritmo, in sintesi come parlare con lei in modo da farla sentire a proprio  agio. 

Questo approccio di empatia ci ha portato a iniziative significative, come il “Cimitero delle sigarette” per  coloro che desiderano smettere di fumare. Forniamo supporto e incontri periodici, ottenendo risultati positivi  per circa il 15% dei partecipanti. Allo stesso modo, collaboriamo con comunità di recupero di  tossicodipendenti, offrendo un’esperienza di accoglienza e supporto durante il loro percorso, ai quali chiedo  di tornare una volta usciti, per ritirare un omaggio che gli offro.

La mia passione è condividere queste esperienze e insegnamenti con i miei colleghi, motivandoli a sviluppare  una connessione autentica con i pazienti, poiché ritengo che seguire il paziente sia la cosa più gratificante  del nostro lavoro.